Trama (allerta spoiler!)

Il romanzo è narrato in prima persona e senza sottintesi, da Humbert, reduce da un matrimonio fallito e da un esaurimento nervoso, che ripercorre la storia della sua passione matura e malsana verso la dodicenne Dolores, soprannominata da lui Lolita. Humbert è inizialmente assunto dalla mamma di Dolores per fare da precettore alla ragazzina, di cui si innamora perdutamente, ed accetta di sposare la madre pur di non separarsi dalla bambina. La madre, poco dopo aver scoperto la passione dell'uomo per la figlia, muore in un incidente stradale e Humbert diventa il tutore legale di Dolores. Humbert e Lolita viaggiano per l'America fino a quando la ragazza viene rapita da un uomo, con cui ha avuto una breve relazione, e da cui successivamente scappa per iniziare finalmente la sua vita da donna adulta. Passano gli anni e Dolores, sposata e incinta, contatta Humbert per chiedergli dei soldi. Humbert dopo averglieli dati si farò raccontare cos'era successo la notte in cui l'aveva persa e le chiede se voleva tornare con lui. Dolores rifiuta l'offerta e così Humbert si mette alla ricerca del suo vecchio rapitore. Il romanzo si conclude con la morte di Humbert in prigione dove avrebbe dovuto affrontare il processo per l'assasinio di quest'ultimo.

Interpretazione

Proprio perché i fatti ci vengono descritti attraverso il filtro degli occhi malati e immaturi di Humbert, Nabokov riesce a far mettere da parte la razionalità al lettore e a portarlo a empatizzare con il protagonista. Nabokov crea così il personaggio di Lolita, un involucro nato dalle fantasie perverse di un pazzo. Dolores, che sin dal primo incontro ci viene presentata come Lolita, riesce a farsi conoscere al lettore solo al termine del racconto, quando avrà la forza, una volta adulta,di riconquistare la sua identità.

Lolita viene descritta al lettore come una bambina impetuosa, innocente e priva di ipocrisia, rispecchiando a pieno l'ideale del "buon selvaggio" rousseauiano. Humbert, nel corso del romanzo, nega alla bambina prima il suo vero nome, Dolores, e con esso la sua identità, poi la sua famiglia, e infine la sua adolescenza.

Il romanzo è impregnato di messaggi: un amore impossibile, l'abbandono, il trauma, il furto d'identità, la solitudine, la vita, il lutto, l'infanzia e la crescita. Crescita sia da parte di Lolita, che all'inizio del romanzo è solo una bambina e al termine una donna sposata e futura madre, sia da parte di Humbert, che usa Dolores come chiave di lettura per farsi accettare dalla società, mostrandosi come un buon padre.

Nabokov inoltre lancia una critica contro la psicoanalisi tradizionale, secondo lui, incapace di comprendere davvero i labirinti della mente umana, la cui complessità non sempre è attribuibile a spiegazioni logiche.

Questo romanzo insegna a combattere per essere "Dolores Haze" e a non diventare "Lolita", crescere senza farsi spogliare di ciò che si è e di non farsi privare della vita solo per rientrare in etichette assegnatoci da altri.

"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso in tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta."

"In noi lo spirito e la carne si erano fusi con una perfezione che deve risultare incomprensibile ai rozzi, prosaici giovanotti d'oggi, coi loro cervelli fatti in serie."

"Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."