Anno 2050: un pianeta per 10 miliardi di persone

05.02.2019

La prima parte della conferenza del 5 febbraio è stata un analisi della popolazione italiana e
mondiale sotto gli aspetti economici e politici. La relatrice Maria Silvana Salvini professoressa di
demografia presso la facoltà di economia dell' università di Firenze ha iniziato il suo discorso
mostrando il grafico della speranza di vita degli ultimi 100 anni e ciò che ne è risultato è stato
impressionante .
L' aspettativa di vita è infatti quasi raddoppiata nei paesi ricchi e sta ancora aumentando soprattutto
nei paesi in via di sviluppo, ma ciò comporta un aumento delle pensioni e un conseguente aumento
delle spese per la sanità.
Inoltre in questi paesi la natalità è in costante calo, soprattutto in Italia, e ciò implica una forte
disparità tra il numero dei pensionati e dei lavoratori che dovranno invece sostenere l'economia.
Quest'ultima non sarà più in grado di sostenersi senza una regolare immigrazione che riesca ad
ammortizzare questa disparità.
Nel 2017 in Italia si è registrato un calo della popolazione di 105.000 abitanti ,contro 458.000
nascite, abbiamo avuto 650.000 morti, numero solo lievemente alleggerito dall'arrivo di 97.000
stranieri.
L' Italia è al momento al 183° posto su 190 paesi per il suo tasso di natalità, ovvero 9,2 ogni 1000
abitanti. Nei prossimi 20 anni per mantenere costante la popolazione attiva(dai 20 ai 64 anni)
occorreranno circa 325.000 lavoratori in più all'anno.
Nel 2050 si stima che la popolazione sfiorerà i 10 miliardi e nel 2100 si stabilizzerà sugli 11.
La seconda parte è stata trattata da Nicola Armaroli, laurea e dottorato in chimica all'Università di
Bologna, è dirigente di ricerca presso il CNR, dove studia nuovi materiali per la conversione
dell'energia solare e lo sviluppo delle nuove tecnologie di illuminazione.
Comincia la conferenza evidenziando la natura nomade della specie Homo sapiens. La sua mobilità
nel tempo è costantemente aumentata, anche grazie a comunicazioni e mezzi di trasporto sempre
più efficienti. Nel 2017 le persone che hanno fatto voli internazionali sono state 1,2 miliardi. Ci si
muove per motivi economici, per sfuggire a guerre e persecuzioni, per i cambiamenti climatici, per
motivi culturali.
L'aumento della popolazione mondiale, e ancora di più il miglioramento della qualità della vita a
cui aspirano i paesi in via di sviluppo, pongono il problema della produzione di una maggiore
quantità di energia, ma tale da non peggiorare ulteriormente l'ambiente in cui viviamo. Oggi il
mondo funziona ancora quasi interamente a combustibili fossili come petrolio e carbone, la
tecnologia migliora ininterrottamente i metodi di ricerca e di estrazione, ma è chiaro che stiamo
parlando di risorse non illimitate, accumulate nel corso di centinaia di milioni di anni e bruciate a un
ritmo migliaia di volte più veloce. Inoltre la combustione dei fossili libera nell'aria enormi quantità
di anidride carbonica, il gas oggi responsabile di circa metà dell'effetto serra. Dall'inizio dell'era
industriale l'anidride carbonica è passata da 290 a 404 parti per milione e il riscaldamento globale è
stato di circa 1 grado. Sarà come minimo di 3 gradi nel 2100. Per via della fusione dei ghiacci polari
e la dilatazione termica dell'acqua, il livello dei mari si innalzerà ulteriormente di circa un metro
entro il 2100, se non si prenderanno provvedimenti.

Riccardo Bertolo e Samuel Franzoso (4BS)

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia