Aria e clima

21.11.2019

Qualità dell'aria, cambiamenti climatici, quali sono rispettivamente le prime 3 parole che ti vengono in mente pensando a questi concetti?

Con questa domanda si è aperto il convegno "Aria e clima" tenutosi il 10 ottobre nella biblioteca nazionale, con un sondaggio attuato su un campione di 550 soggetti, dove è emersa la stretta complementarietà che lega questi due fenomeni, e la conseguente necessità di interfacciarsi a essi attraverso un approccio sinergico.

Angelo Dago, presidente della V commissione e del Consiglio Regionale del Piemonte, ha presentato e introdotto quest'argomento rilevando come cambiamenti climatici e inquinamento atmosferico siano fortemente collegati fra loro, sia per le fonti di emissione sia per le politiche da attuare per ridurre le immissioni.

Politiche che devono concentrarsi su strategie vincenti (win-win), evitando che le une danneggino le altre (win-lose).

L'Arpa per cercare di attuare queste strategie ha pianificato un progetto finanziato dall'Asse (Italia, Francia) che consiste nell'individuazione di soluzioni comuni per mitigare gli effetti che i cambiamenti climatici avranno sulle politiche di gestione clima-aria-salute e clima-aria-foreste, rispettivamente "progetto alcotra climaera", e "progetto alcotra mitimpact".

Durante il convegno "Area e clima, cambiamenti climatici e inquinamento" abbiamo potuto assistere ad un intervento di Luca Mercalli, noto meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico italiano, che durante la seconda parte del Convegno, ha moderato la tavola rotonda alla quale hanno partecipato ospiti italiani e francesi: Cecilia Brescianini, Roberto Ronco, Luca Franzoso, Luc Satre e Hervé Champinion.

L'intervento del climatologo Mercalli inizia descrivendo la situazione climatica attuale, riportandoci ai mesi caldi estivi ed spiegando come siano avvenuti eventi meteorologici inaspettati. Giugno 2019 in Italia è stato un mese freddo, con temperature basse mai registrate nella storia degli ultimi 30 anni, mentre in Europa resta un mese caldo, uno tra i più caldi degli ultimi 100 anni. Le anomalie della temperatura media sulla superficie terrestre, registrate dal 1850 fino al 2019, riportano un'anomalia di 1°C, dati riportati nei grafici dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) due settimane fa. A differenza di due settimane l'anomalia registrata ora equivale a 1°,2C.

È giusto parlare di climate change perché i dati storici e scientifici riportano che dall'ultima piccola era glaciale, avvenuta dalle grandi attività vulcaniche, l'ultimo trentennio è al di fuori della variabilità termica naturale della terra.

 A Torino, la città nella quale viviamo, l'estate 2019 è stata registrata come la quarta più calda dal 2010 in poi. L'innalzamento delle temperature ha portato ad un maggior inquinamento, in correlazione a queste ultime è stata registrata un'umidità relativa del 70-80% che ha gravato sulle condizioni di vita e sulla salute dei cittadini. In Francia durante l'estate 2019 sono state registrate le temperature massime di 46°C.

Durante i mesi estivi dell'anno in corso sono stati registrati tre record:

  1. Luglio come il mese più caldo nella storia meteorologica globale;
  2. Agosto come secondo mese più caldo nella storia meteorologica globale, registrando temperature massime di 41°C in Germania e 36°C in Alaska;
  3. Settembre come il mese più caldo nella storia meteorologica globale.

L'IPCC ha pubblicato a settembre un rapporto oceano e criosfera dove mostra che entro il 2030 il livello del mare si innalzerà di 5 metri. 

La linea rossa indica l'andamento dell'innalzamento oceanico nel caso non si attuino le politiche che mirano a minor emissioni, per far si che la temperatura media terrestre diminuisca, la linea blu indica, invece, che possiamo ancora avere speranza.

Al dibattito hanno partecipato attivamente Roberto Ronco, Direttore Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio - Regione Piemonte; Paolo Bagnod, Struttura valutazione ambientale e tutela qualità dell'aria - Regione Valle d'Aosta; Cecilia Brescianini, Vice Direttore della Direzione Ambiente - Regione Liguria; Luc Satre, Président du comité territorial AIR (Ain Isère Rhône) - Regione Rhone Alps (FR); Hervé Champion, Responsable Air, Climat Energie pour la région Sud PACA (FR).

In Liguria gli impatti più significativi sono quello portuale, turistico e stradale (soprattutto nell'ultimo anno a seguito del crollo del Ponte Morandi) e per far fronte a queste problematiche sono state attuate politiche che prevedono la riduzione della circolazione di auto, l'utilizzo di mezzi elettrici e la maggior adesione al telelavoro. E' difficile invece incidere sulla questione portuale poiché è la grande ricchezza economica della regione.

In Valle D'Aosta l'aria è di poco più pulita rispetto alle altre regioni e l'impatto maggiore è causato dalla combustione di legna e dal riscaldamento, i quali danneggiano più la salute che il clima, ma sono già state attuate politiche in un'ottica di miglioramento che per ora hanno mantenuto stabile la situazione senza migliorarla.

Per concludere, in Francia è necessario attuare trasporti e lavori smart ed incentivare l'utilizzo dei mezzi elettrici green oltre ad un'organizzazione marittima nazionale.

Clima e aria sono due realtà da considerate in concomitanza, quando si parla di global warming, climate change e inquinamento infatti, si sta parlando di entrambi i concetti. Ridurre le emissioni è dunque indispensabili per per far sì che la qualità dell'aria miglioricon una conseguente diminuzione delle temperature.

Per arrivare a questi goals è necessario incentivare le politiche green facendo sì che i 17 goals dell'ONU non rimangano solo figure e grafici colorati, ma, diventino realtà.

I ragazzi del #sVoltagreen

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