Che ci sta a fare l'Europa se...

30.04.2019

Nell'ambito del progetto "Prepararsi al Futuro", Venerdì 18 Gennaio 2019, nell' Aula Magna del
Politecnico di Torino si è svolta la settima conferenza intitolata "Che ci sta a fare l'Europa se...",
tenuta dall'ex politico e attuale direttore della Scuola di affari internazionali dell'Istituto di Studi
Politici di Parigi, Enrico Letta e da Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techint e dell'Istituto Clinico Humanitas.

ITALIA, EURO E NUOVI NAZIONALISMI

Il primo intervento è stato quello di Enrico Letta, circa il rapporto fra l'Italia e l'Unione Europea,
soprattutto in relazione al futuro. Esordisce raccontando un episodio tratto dalla sua esperienza
personale: dopo aver lasciato la politica si immerge nell'ambiente universitario della Sciences Po di
Parigi, specializzata in affari internazionali, aspettandosi dunque di compiere diversi viaggi nelle
università più prestigiose del mondo. Dei ventotto viaggi complessivi compiuti in circa quattro anni,
ben venti sono stati verso università asiatiche (di Cina, Giappone, India, Indonesia, Vietnam, Corea,
Singapore). Questo è il primo dato indicatore del fatto che rispetto al passato una nuova, importante
parte del mondo si prepara a diventare sempre più protagonista negli scenari mondiali. Si pensi che
solamente la Cina nell'arco di venticinque anni, fra il 1990 e il 2015, è stata in grado di far uscire
all'incirca 500 milioni di persone da uno stato di estrema povertà e che, mentre negli anni '80 il
peso dell'intera Asia nell'economia mondiale era pari al 15%, nel 2050 arriverà ad essere pari al
50%. Questo peso economico è strettamente legato anche a quello demografico. Se negli anni '60 la
popolazione mondiale contava 3 miliardi di persone, il 20% delle quali si trovavano in Europa, nel
2050 il numero degli abitanti del pianeta sarà pari a 10 miliardi e il peso demografico dell'Europa
sarà solo del 5%. Da un mondo pressoché eurocentrico del passato si transiterà dunque verso uno
scenario in cui i singoli stati europei dovranno fare i conti con un mondo molto più grande, nel
quale avranno un peso economico e demografico praticamente irrilevante. Per questo motivo è
necessario che l'Europa conservi la sua unità, nonostante le difficoltà e le problematiche che
possono sorgere dall'unione di così tanti e diversi Stati. Nel futuro, in conclusione, non ci sarà altra
scelta se non un'Europa unita, se si auspica alla conservazione della sua influenza a livello
mondiale, non solo sul piano economico e politico, ma anche culturale.
Letta continua spiegando che gli Europei hanno una cultura dell'ambiente avanzata rispetto agli altri
(Trump ha giudicato falso il cambiamento climatico, Pechino e Nuova Deli sono molto inquinate);
inoltre in Europa c'è molta più protezione sui lavoratori e infine afferma che il nostro è l'unico
continente in cui sono tutelati coloro che sono accusati o in carcere. Ci si rende conto di quanto sia
importante la Democrazia tanto che ancora in molte parti del Mondo si muore per conquistarla. Per
evidenziare i vantaggi che porta fare parte dell'Europa Letta fornisce un esempio: Polonia e Ucraina
avevano la stessa speranza di vita ma dopo che il primo Paese è entrato nell'Unione Europea ha
aumentato questo dato, sintomo di benessere e di sviluppo. Pietro Bianucci interviene quando
termina di parlare Letta, specificando che sarebbe importante non solo salvare queste persone ma
anche fornire loro un'istruzione o recuperare coloro che già la possiedono poichè sono delle risorse
importanti. A questo punto prende la parola Gianfelice Rocca il quale sottolinea che dal 2007 ad
oggi non siamo cresciuti, il 28% non studia nè lavora (solo la Grecia ha questa percentuale, nel
resto dell'Europa il 10%). Afferma poi che il futuro è imprevedibile e non è detto che la nostra
futura professione corrisponda con quella sognata; continua poi specificando l'importanza
dell'istruzione affermando che 3000 suoi lavoratori sono laureati. Tutte ciò che spiega è
contemporaneamente chiarito da grafici appositi.
QUALI PROBLEMI E QUALI OPPORTUNITA' HANNO GLI IMPRENDITORI NEL SISTEMA
ITALIA?
Il mondo è in continua evoluzione: quello occidentale si sta lentamente appiattendo, mentre si sta
ampliando enormemente l'impatto dei paesi in via di sviluppo ed in particolare della Cina. Già nel
2013, il potere di acquisto della valuta cinese ha superato quello della valuta degli Stati Uniti.
Siamo di fronte alla crisi dell'egemonia dell'Occidente.
Il dott. Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techint e dell'Istituto Clinico Humanitas, mostra
una rappresentazione grafica dei "real income gains in percentage" (guadagni di redditi reali in
percentuale) dal 1998 al 2008 in cui si vede come la classe media asiatica sia cresciuta
enormemente in questi 10 anni mentre un miliardo trecentomila persone delle classi medio-basse
dei paesi occidentali, è rimasta ferma o addirittura decresciuta, con l'unica eccezione di una punta
di arricchimento dell'1%.
Questa è la curva della "diseguaglianza": le persone che trovano lavoro sono quelle che hanno
studiato. Chi non ha una educazione non ha prospettive. In Italia il livello d'istruzione generale è
molto basso. La quota di popolazione attiva senza un titolo di studio secondario superiore è ancora
di molto inferiore a quella media europea.
In Italia esistono tuttavia esempi positivi di collaborazione tra pubblico e privato che funzionano,
quali il caso dell'Istituto Humanitas, la cui "mission" è quella non solo di voler investire nella
ricerca medica, di voler migliorare la vita dei pazienti attraverso trattamenti basati su una
organizzazione innovativa, e di voler educare, ma soprattutto quella di garantire l'accesso alle cure
dei cittadini attraverso un uso delle risorse sostenibile. La "sostenibilità" delle cure mediche è infatti
la grande sfida de futuro: l'aspettativa di vita sale ma, nonostante la tecnologia, il costo della sanità
cresce. A riprova di ciò il dott. Rocca mostra il grafico della "legge di Moore" che evidenzia come,
per quanto il prezzo della tecnologia digitale decresca nel tempo, il costo della sanità americana
continui inversamente a salire.
Dal confronto tra il Gruppo Humanitas e la Mayo Clinic, il più importante gruppo comparabile
negli U.S., emerge che il primo ha una produttività quattro volte superiore a quello americano,
nonostante garantisca un tasso di mortalità di molto inferiore al secondo.
Con pochi fondi l'Humanitas ha anche fatto grandi progressi nella ricerca, in particolare nel campo
dell'immunoterapia.
Anche l'Università è cresciuta moltissimo. Le lezioni si tengono in inglese, la metà degli studenti
viene dall'estero e la Facoltà affronta le sfide del futuro quali quella, in Bio-Medicina, della
"Precision Medicine", che ricerca cure specifiche personalizzate per ogni singolo individuo.
A febbraio, in collaborazione con il Politecnico di Milano, avrà inizio un corso "double degree" di
Medicina ed Ingegneria insieme, primo in Europa, che formerà i medici del futuro in grado di
utilizzare al meglio la Tecnologia.

Classe 4D
Barrera Andrea, Capano Federica, Monacò Giulia

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