Hangar Bicocca: un'esperienza affascinante

26.11.2018

Lo scorso venerdì 16 novembre la nostra classe 5 C si è recata a Milano, e dopo aver assistito in mattinata ad una conferenza sull'attuale tema del populismo, ci siamo diretti all'Hangar Bicocca per una mostra d'arte. L'Hangar, che per anni fu la sede industriale di grandi aziende come Breda e Pirelli, dal 1986 fu avviato ad un processo di dismissione delle aree industriali che lo hanno portato ad essere così come lo vediamo noi oggi. Nonostante sia stato soggetto a grandi cambiamenti offre comunque ampi spazi che permettono di essere sfruttati al meglio e ne è un esempio proprio l'installazione permanente che abbiamo visto noi: "I sette palazzi celesti" di Anselm Kiefer. L'opera è strutturata in sette diverse torri che dall'aspetto precario sembrano quasi poter cadere da un momento all'altro, in ognuna di queste torri l'utilizzo dei materiali e i dettagli non sono lasciati al caso e sono soggette a interessanti interpretazioni storiche e stilistiche. Nel complesso l'allestimento, che dovrebbe rimandare alle grandi costruzioni architettoniche del passato come tentativo dell'uomo di ascendere al divino, comunica una sensazione di imponenza ma anche di desolazione dovuta alla povertà delle torri, volutamente poco colorate e spoglie di qualsiasi adornamento. Le impressioni della classe si sono divise tra chi in questo suggestivo impatto visivo è rimasto stupito e chi invece non ha apprezzato la semplicità e la povertà dell'opera in sé, non piacevole esteticamente ma densa di significati; ma una cosa è certa: l'Hangar nelle sue dimensioni e nella sua particolare illuminazione rende giustizia all'opera. Una volta terminata la visione e la spiegazione di quest'opera ci siamo concentrati sui quadri presenti nella stessa sala, che ad un primo sguardo dell'ambiente sembravano un po' fare contorno alle sette torri, ma che una volta osservati da vicino mi hanno molto colpito. Anche nei quadri si notava il desiderio di comunicare desolazione con rappresentazioni del deserto e un sapiente uso delle luci e del chiaro-scuro. In particolare sono rimasto affascinato da una rivisitazione de "Il viandante sul mare di nebbia", quadro iconico del romanticismo ottocentesco che è stato riproposto in chiave più contemporanea affascinando me e i miei compagni. Successivamente ci siamo recati nella sala affianco dove si teneva la mostra temporanea di Mario Mertz intitolata "Igloos" che ha appunto come soggetto una serie di igloo, da sempre protagonisti della sua arte, formati dai materiali più disparati, dal vetro al legno, con suggestive scritte al neon sulla maggior parte di essi. Probabilmente proprio perché sento Mertz più "vicino" come artista e perché la sua arte ci è familiare, essendo radicato nella città di Torino tanto da avere esposto la famosa Fontana igloo in corso Mediterraneo come opera pubblica, la sua è stata la mostra che ha maggiormente colpito non solo me ma anche molti miei compagni. L'utilizzo del neon che andava a formare scritte significative o anche numeri più casuali o ancora la sequenza di Fibonacci, unito agli atipici accostamenti di materiali diversi tra loro come pile di rami sopra a lamine di vetro, hanno creato nell'insieme un impatto visivo e una forza comunicativa estremamente efficace che mi hanno stupito. L'ultima mostra temporanea di cui siamo stati spettatori, situata nello shed che è la sezione dell'Hangar precedente all'area delle navate, si intitola "The last days in Galliate" di Leonor Antunes. Nonostante sia stata la mostra che personalmente mi ha catturato meno, l'oggettiva eleganza e la sottigliezza delle opere che pendevano dal soffitto hanno suscitato l'interesse di tutta la classe. Infatti le corde e i pezzi che scendevano giù dagli infissi con parvenza quasi scultorea sono un unione e insieme una rivisitazione, in chiave di design moderno, di influenze di altri celebri artisti e designer del mondo rielaborati tutti dalla mente di Leonor Antunes. L'Hangar Bicocca mantiene un atmosfera particolare, a metà tra il suo passato industriale e il suo presente immerso nel mondo dell'arte più contemporanea e futuristica, e dal connubio tra queste due sfere così distanti spiccano come protagonisti indiscussi le opere d'arte, che guadagnano attenzione anche per gli ampi spazi a loro dedicati e che gli rendono giustizia.

Gennaro Vittorio, 5C

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