Intervista alla prof.ssa Bernascone

20.03.2023

"If you can be with the one you love, love the one you're with"

La professoressa Rossella Maria Irma Bernascone ci accoglie con un grande sorriso e con naturalezza risponde alle nostre domande.

È piemontese da genitori piemontesi, il suo nome ha a che fare con una romantica storia di trasgressione e coraggio. Ama il cibo, purtroppo ha diverse intolleranze, ma si consola con il gelato. La musica è una parte molto importante della sua vita infatti fa parte di un coro e spesso assiste a concerti di musica classica. Invece non le piace ascoltare la musica mentre fa altro, infatti non può fare a meno di ascoltare con attenzione e quindi finisce con il distrarsi da ciò che sta facendo. Fa una eccezione quando ascolta i Gipsy Kings mentre guida per lungo tempo e teme di addormentarsi.

Si è ritrovata a fare l'insegnante per casualità, per vocazione è una traduttrice, ma quando ha cominciato a tradurre, il lavoro non le bastava per sopravvivere così ha sostenuto il concorso a cattedra per caso e lo ha vinto.

In più la sua prima esperienza come insegnante è stata traumatica: a 23 anni è stata minacciata con un coltello da un suo allievo a cui aveva messo una nota. L'episodio è divertente ora, a raccontarlo. È stata salvata da un ispezione di igiene (nessuno ha mai più visto un'ispezione in una scuola), in più il tecnico del laboratorio invece di provare a difenderla si è nascosto dietro la lavagna fingendo di non aver sentito nulla. (La vignetta si riferisce a questo episodio).

Oggi dopo aver provato a fare altri mestieri, ha partecipato anche a una puntata di un trasmissione televisiva RAI, si è appassionata al lavoro di insegnante, come dice lei: "If you can be with the one you love, love the one you're with".

Importante rimane Il suo lavoro di traduttrice: ha fatto anche traduzioni di alcune opere di Shakespeare. Il lavoro che le ha dato però notorietà è stato la traduzione di "Il diario di una schiappa".


Adora viaggiare. La sua meta preferita è l'India anche perché fa parte di una comunità spirituale che si ispira al pensiero filosofico indiano. Comunque quando andrà in pensione ha intenzione di prendere un camper e andare a visitare il Canada. Oggi nel tempo libero canta e fa la nonna di tre nipotini.

Ci racconta del suo metodo di insegnamento: ci sembra innovativo, infatti, è disponibile al dialogo con i suoi allievi e le sue lezioni non sono mai frontali. Ci spiega come non ami dare valutazioni sui contenuti orali perché ritiene che l'esposizione dipenda non solo dalla preparazione ma soprattutto dallo stato d'animo di una persona. Pensa che la sua forte empatia la aiuti in questo mestiere. Quando le chiediamo se ha qualche alunno verso il quale prova antipatia ci risponde che nella sua carriera le è capitato solo un paio di volte. Ancora oggi pensa a queste persone con affetto.

Nel confronto tra scuola italiana e americana ci dice che preferisce quella italiana perché alla fine prepara meglio però ammette che il metodo didattico italiano è più noioso.

La preparazione che le ha fornito il liceo linguistico italiano le ha permesso di superare facilmente il test di ammissione in una università negli Stati Uniti. La professoressa sostiene che la parte più importante della scuola è creare delle connessioni mentali durante il percorso scolastico. A scuola, più che conoscenze si dovrebbero acquisire competenze. Secondo lei, è importante non trascurare le proprie passioni mentre si cerca di mantenere comunque un rendimento scolastico positivo.

Tra le molteplici attività che la professoressa Bernascone svolge ed ha svolto per la scuola, è stata anche vicepreside, c'è anche quella di aver organizzato e gestito il progetto Erasmus che è un progetto grazie al quale alunni, docenti e lavoratori della scuola possono visitare scuole di altri paesi europei per scambiarsi idee e sviluppare lo spirito di appartenenza all'Europa. Essendo una viaggiatrice veterana, le piace molto poter aiutare gli altri a vivere le stesse esperienze. Ci saluta con un "Travel, journey within", un grande sorriso e con la sensazione che potrebbe raccontarci altre mille storie.

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