Perché insegnare Religione in uno stato Laico?

03.05.2023

Ora di Religione? Parliamone con l'insegnante di religione!

Qualche settimana fa, a seguito di un fatto di cronaca, è stata pubblicata una storia Instagram a cura della nostra Redazione in cui si domandava se fosse ancora il caso di insegnare religione cattolica a scuola. (1)

Storia Instagram a cui si fa riferimento
Storia Instagram a cui si fa riferimento

Sarò di parte, ma la mia risposta è sì.

Vorrei però cominciare precisando che il fatto di cronaca menzionato non ha nulla a che fare con l'insegnamento della religione cattolica perché l'insegnante, protagonista del fatto, non è una docente di religione. (2)

Ad ogni modo, sono dell'opinione che la scuola sia il luogo dove la cultura e la conoscenza debbano essere incrementate e non evitate o censurate. La deformazione professionale mi porta ad essere aperta al dibattito, ad ascoltare le ragioni altrui e a cercare di capirne le motivazioni, ma nel caso delle affermazioni diffuse sul social in questione, ritengo necessario fare alcune precisazioni.

Una delle slide pubblicate richiamava l'attenzione sull'aggettivo cattolica, domandando perché la materia non possa essere indicata come storia delle religioni. In realtà, si tratta dello stesso motivo per cui la scuola predilige lo studio della letteratura o della storia dell'arte italiana. Il cattolicesimo è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura e lo Stato ne riconosce il valore nella formazione del patrimonio storico del popolo italiano (art. 30, Concordato). La non padronanza della religione cattolica fece dire ad un nostro studente del terzo anno, interrogato sulla Divina Commedia, che la Trinità era formata da Maria, Giuseppe e da Gesù bambino! Mancava il bue e l'asinello e saremmo stati pronti per il presepe! L'insegnamento della religione è istruzione, non proselitismo o, tantomeno, catechismo.Il post, inoltre, suggeriva che la dicitura cattolica dell'insegnamento escludesse lo studio delle altre religioni, ma se l'autore o l'autrice avesse sfogliato un qualsiasi libro di testo, si sarebbe accorto che molte unità didattiche sono dedicate all'approfondimento delle diverse religioni. Durante i cinque anni scolastici, nell'ora di religione cattolica vengono affrontati moltissimi temi in modo da offrire allo studente contenuti e strumenti specifici per una lettura della realtà storico-culturale utile a confrontarsi con le diverse posizioni che le persone assumono in campo etico e religioso. Questa interculturalità si evince anche dalle tante attività proposte dalle insegnanti di religione del nostro Liceo, dalla ricerca delle Pietre d'inciampo nel quartiere, alle visite all'Arsenale della Pace, alle passeggiate interreligiose a san Salvario, alla presentazione di associazioni che si occupano di inclusione della disabilità, ai progetti sulla parità di genere, agli interventi contro le mafie fino ai percorsi PCTO sul campo 17 di Grugliasco o sull'articolo 27 della Costituzione.

Un'altra slide proseguiva affermando che l'istituzione dell'ora di religione fosse retaggio del periodo fascista, ma anche questo argomento necessiterebbe di maggior approfondimento.

L'istituzione dell'ora di religione ha una lunga storia che vede da sempre Stato e Chiesa contrapposti, partendo dalla legge Casati del 1859, che tentava di unificare l'ordinamento dell'istruzione sottraendolo alle autorità ecclesiastiche, passando dal ministro Gentile nel 1923 al Concordato del 1929, fino alla legge del 1985 di revisione del Concordato (con Bettino Craxi) che, definendo i programmi e la struttura dell'ora, dava la possibilità di avvalersi o no, inserendo anche la possibilità di uscire da scuola, di impiegare quell'ora per lo studio di altre materie o di seguire la materia alternativa.

La questione dei crediti è un altro pretesto di dibattito: il collegio docenti del nostro liceo ha deliberato che venga attribuito il credito nella fascia alta di riferimento a chi frequenta l'ora di materia alternativa o di religione, riconoscendo l'impegno formativo a quegli studenti impegnati a seguire 33 ore scolastiche, interpretando, così, una indicazione ministeriale (articolo 11, comma 3, dell'ordinanza ministeriale n.53 del 3 marzo 2021).

Sull'eventuale ingerenza della Curia sulle nomine dei docenti incaricati dell'insegnamento della religione, che, ricordo, devono avere gli stessi titoli di studio riconosciuti ai docenti delle altre materie, sulla facoltatività di un insegnamento riconosciuto valido dallo stato, sulla differenza di valutazione della materia si potrebbero aprire altrettanti interessanti interventi, ma lo spazio di un articolo, ahimè, non ce lo consente.Sono pienamente convinta dell'importanza della laicità della scuola, ma confido in una scuola senza pregiudizi, dove si fa cultura, dove la conoscenza della religione cattolica e della sua storia, dove lo studio del libro della Bibbia e delle religioni diventino uno strumento importante per comprendere la realtà che ci circonda.

Concludo con le parole che il filosofo Umberto Galimberti, in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro "Le parole di Gesù", ha rilasciato in un'intervista a Radio DeeJay:

"Io non sono cristiano, ma è importante conoscere tutto quello che è cultura. E, in Occidente, la cultura è tutta legata al cristianesimo (...). La religione fornisce l'appartenenza, si radica nell'antropologia e nella psicologia collettiva. (...). E' un libro per bambini che vanno dai 10 ai 14 anni, i quali non sanno niente di Gesù. C'è anche chi non frequenta le ore di religione a scuola, ma bisogna tener presente che se il bambino non sa niente di religione, poi non capirà niente, ad esempio, neanche delle opere d'arte".

Professoressa Valeria Corradi


1. Link del post di @factanza

2. Fonte sul fatto di cronaca menzionato

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