Relazione incontro con Mauro Bonazzi, autore di "Atene, città inquieta"

20.05.2018

Per concludere ed approfondire l'analisi svolta in classe del libro Atene la città inquieta di
Mauro Bonazzi, la scuola ha proposto in data 11 aprile un confronto con l'autore
consentendo così di chiarire eventuali dubbi e di ascoltare l'opinione diretta del
professore.L'incontro è stato suddiviso in due blocchi di un'ora ciascuno. Nella prima parte
il professore ha proposto una relazione introduttiva al testo, per motivare le sue riflessioni.
Nella seconda parte invece sono state poste diverse domande dagli studenti che hanno
consentito di toccare e approfondire alcuni punti precedentemente sfiorati
Il saggio analizza la natura e il ruolo della giustizia umana nella riflessione antica.
Convinzione dell'autore è che lo studio della cultura classica sia interessante proprio perché
può aiutare a vedere i problemi attuali da un'angolazione diversa. Inoltre un confronto con i
Greci sembra inevitabile quando, in un contesto sempre più confuso, tra globalizzazione,
immigrazione e innovazioni, si intende riflettere sulla propria identità. Per rispondere alla
domanda "chi siamo noi occidentali" occorre, infatti, conoscere la storia del territorio che
ci appartiene. Studiando gli antichi, greci e romani, si può arrivare alla conclusione che ciò
che caratterizza la nostra civiltà sia il logos, ovvero la ragione.
Per far comprendere quanto questa immagine della grecità sia diffusa, Bonazzi cita il
discorso a Ratisbona del Papa Ratzinger nel 2006 - un discorso che scatenò moltissime
polemiche - , nel quale tra le molte cose la Grecia era identificata con il logos. Tale
elemento è, però, contestabile poiché è un'affermazione troppo generica e riduttiva che
sminuisce una cultura che in realtà è molto più ricca della sola tradizione filosofica. Sul
tema della giustizia, infatti, si sono misurati filosofi, poeti, storici. Schematizzando l'autore
ritiene che vi siano due posizioni paradigmatiche: Platone contro Omero, filosofi contro
poeti.
Partendo dal presupposto che l'uomo sia un animale politico, e che abbia la necessità di
vivere in comunità, la giustizia è il principio fondamentale che ne regola la convivenza. Le
due prospettive riguardanti la giustizia sono contrastanti: da una parte essa non dipende
dall'uomo bensì dal modello proposto dalle divinità che bisogna assumere come verità
assoluta; dall'altra per giustizia si intende ciò che l'uomo decide in base a quello che ritiene
più giusto e utile, che può variare in base alle situazioni e alle opinioni. Quest'ultimo
modello, alla base del modello democratico deliberativo, si afferma nella seconda metà del
'900 dopo le dittature di novecentesche in cui il leader si propone come portatore della
'giustizia'. Anche nel modello democratico, in cui è il popolo a decidere cosa è giusto o
sbagliato, sono presenti dei problemi. Infatti la situazione è più complicata perché ci sarà
sempre una parte che ha più potere e, quindi, si propone di tutelare il proprio
interesse.Esempio di tale realismo politico, è Trasimaco nella Repubblica, il quale
identifica la giustizia con l'utile del più forte.
In conclusione, l'incontro è stato arricchente e molto interessante proprio perché i temi che
si sono discussi, oltre a soddisfare la curiosità di chi aveva affrontato l'argomento in classe e
voleva saperne di più, sono problematici anche nel mondo di oggi per i quali è molto
difficile, se non impossibile, trovare soluzioni. Penso che l'idea che l'incontro ha trasmesso,
al di là dell'aspetto scolastico, sia stata una maggiore consapevolezza del fatto che è
importante porsi le domande giuste, senza pretendere di avere una risposta corretta; che
alcune questioni sono complesse e non semplificabili e, che, forse, per alcune domande non
ci sia risposta.

Camilla Cattunar IIIB

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